Il libro di poesie di Lorenzo Mirmina nasce con un titolo affascinante. Il Giardino di Morgana non è il vero nome, lo dice subito nella dedica iniziale, ma Morgana, come vedremo, è tutto, nel ricordo, nel presente, nel futuro. Viene in mente la Beatrice di Dante. Non a caso l’ultima poesia della raccolta riprende alla lettera il verso finale dell’Inferno.
L’apparato fotografico, ricercato e ricco di ragazze affascinanti, a prima vista fa pensare a un libro di piacere, temperato da una certa vena di autocensura, come forse avvenne nella vita del poeta.
Le Rime Petrose appostate tra un canto e l’altro? Le foto sono alternate con paesaggi suggestivi e selvaggi ripresi con entusiasmo ammirato dal poeta specie nella prima parte del libro.
Morgana alterna gioia, gioco, e dolore, ma lascia lo spazio alla speranza finale della resurrezione. Ricorda molto la figura della Pisana sognata da Ippolito Nievo. Poterla raggiungere dopo lo spegnimento di ogni passione, ma Ippolito Nievo morì giovane e non visse quei momenti. La figura della Pisana potrebbe esserci nelle ricordanze di tutti coloro che lavorarono e frequentarono Erminia Mirmina, studiosa appassionata e creativa di Nievo.
Andando avanti nella lettura si raggiungono pagine a volte tristi nelle delusioni, a volte grondanti di ribellione, per poi rasserenarsi nelle pagine finali in cui la speranza viene riconquistata.
€28.00